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S. PETRONIO
Di fronte al Palazzo del Podestà si eleva la facciata incompiuta (eccone uno scorcio) di S.Petronio, splendida prova del gotico italiano.

Nel 1390, il comune di Bologna diede incarico a Antonio Di Vincenzo di dirigere i lavori di edificazione di una grande cattedrale in stile gotico, che nelle prime intenzioni voleva superare per dimensioni la Basilica di San Pietro a Roma (il progetto di tale maestosità fu bloccato per volere papale). La chiesa sarebbe stata dedicata a San Petronio, il santo protettore della città (che ne fu vescovo nel V secolo). Si aprì così un grande cantiere, secondo solo a quello del duomo di Milano.

La Basilica di San Petronio è infatti non solo la chiesa principale di Bologna ma le sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 45 metri) ne fanno la quinta chiesa più grande del mondo. L'enorme edificio è impostato secondo il gotico a tre navi coperte da volte cuspidate rette da dieci pilastri con alti capitelli fogliati.Lo spazio, che si dilata sia verticalmente sia orizzontalmente attraverso la serie di cappelle laterali, è esaltato dalla luce e dal cromatico dell'intonaco di rivestimento su cui spiccano, rossi, i costoloni e le cornici degli archi.

Pochissimi anni dopo la fondazione, non appena fu posta in opera la copertura, cominciarono i lavori di decorazione in puro stile gotico internazionale per opera, soprattutto, di Giovanni da Modena (in particolare Il Giudizio finale, Scene della vita di San Petronio e il Viaggio dei Magi).

I lavori si prolungarono a lungo nei secoli: dopo la realizzazione della prima versione della facciata furono iniziati i lavori per le cappelle laterali, che furono conclusi solo nel 1479. Le decorazioni della navata centrale sono ad opera di Girolamo Rainaldi mentre l'abbellimento della facciata con i nuovi portali minori fu ad opera di Jacopo della Quercia. Ma i lavori furono più volte fermati e ripresi: numerosi architetti (fra questi Baldassarre Peruzzi, Jacopo Barozzi Da Vignola, Andrea Palladio, Alberto Alberti) sono stato chiamati a proporre soluzioni artistiche senza mai trovare una soluzione definitiva.

A tutt'oggi la facciata risulta ancora incompleta (manca infatti la parte superiore del rivestimento esterno che oggi, come allora, è rimasto in cotto).

Nella chiesa è possibile ammirare anche una Meridiana costruita nel 1655 su progetto dell'astronomo Giovanni Domenico Cassini: i suoi 66,8 m di lunghezza ne fanno la più lunga linea meridiana al mondo. 

La basilica fu trasferita alla diocesi nel 1929 e fu consacrata solo nel 1954 e solo dal 2000 conserva le reliquie del santo patrono. 

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